Skip to main content
Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors

Tag: Acconciatura ed estetica

Ingiustificate e incomprensibili le ipotesi di chiusura di acconciatori ed estetisti in zone rosse

Non vi sono evidenze scientifiche sui contagi nei saloni e il vero pericolo sono gli operatori abusivi 

Confartigianato Imprese Sondrio – riprendendo in parte una posizione già assunta a livello nazionale – giudica  “ingiustificata” ed “incomprensibile” l’ipotesi – contenuta nelle Bozze del nuovo DPCM – di chiudere le attività  dei saloni di acconciatura (barbieri) e i centri estetici nelle eventuali future zone rosse. 

Si tratterebbe di un provvedimento ingiustificato in quanto non vi è un solo dato scientifico che porti a  ritenere che i saloni e i centri estetici siano luoghi a rischio; in questi mesi gli stessi operatori professionali  hanno applicato con la massima diligenza le linee guida dettate dalle autorità sanitarie e dal Governo,  intensificando le già rigide misure previste dal settore sul piano igienico-sanitario. 

“Non risulta esserci nessuno studio o analisi in mano al Comitato Tecnico Scientifico – afferma Johnny  Oregioni, Presidente provinciale della categoria “Benessere” e presidente regionale degli Acconciatori – dal  quale emerga una correlazione tra l’aumento della diffusione dei contagi e la prosecuzione delle imprese del  comparto benessere. Se è vero che, fino ad oggi, nelle c.d. zone rosse, le uniche attività consentite fossero  quelle legate all’acconciatura, non ci sono evidenze di impennate di casi di positività al virus legate a titolari,  collaboratori e clienti dei saloni, che hanno sempre messo la tutela della salute al primo posto. La gente è  stremata e vogliamo privarli di un momento “sicuro” utile a riprendersi uno spazio di normalità e di serenità?”  

Non si spiega e appare quindi non solo ingiustificato ma anche ingiusta, l’ipotesi di chiudere tali attività e ad  oggi non è dato sapere se l’idea sia del Comitato Tecnico Scientifico o del Governo ma poco conta. Vale la  pena inoltre sottolineare che in passato nelle zone rosse l’apertura era consentita ai parrucchieri e non ai  centri Estetici; una discriminazione quest’ultima che il TAR del Lazio pochi giorni fa’ ha sonoramente bocciato.  

“La sospensione delle nostre attività svolte in sicurezza – aggiunge Oregioni – finirà per innescare l’impennata  dell’offerta di prestazioni da parte di operatori abusivi che al contrario sfuggono totalmente ad ogni controllo  sulla sicurezza e la salute. Ma non è l’unica considerazione di buon senso che viene in mente, ci chiediamo  infatti quanti sono i clienti che raggiungono il proprio acconciatore o estetista di fiducia con mezzi collettivi? Sono una esigua minoranza e tranne per le città forse siamo a numeri vicini allo zero”. 

Confartigianato fa rilevare inoltre che, nei mesi di marzo, aprile e maggio 2020, per l’effetto combinato dei  mancati ricavi a causa della chiusura e della concorrenza dell’abusivismo, le imprese di acconciatura e di  estetica hanno registrato una perdita economica di 1.078 milioni di euro, pari al 18,1% del fatturato annuo. 

Confartigianato su sollecitazione di tutte le associazioni territoriali, ha chiesto al Governo di riprendere in  mano le bozze del nuovo DPCM e di riconsiderare le misure restrittive riguardanti le attività del comparto dei  servizi alla persona. 

Sondrio, 1 marzo 2021 Prot. n. 143

Abusivismo settore benessere, manteniamo alta la guardia

La tutela della salute e il rispetto della legalità al primo posto.

In questa delicata fase della vita sociale ed economica la priorità assoluta è legata al contenimento della pandemia e ogni azione deve tendere alla gestione della grave situazione sanitaria.  Molte attività hanno dovuto fare i conti con misure che hanno ridotto sensibilmente il proprio volume d’affari ed altre ancora hanno chiuso e fra queste rientrano i Centri Estetici.

La chiusura di questi ultimi – come già  è accaduto nei mesi di marzo ed aprile – ha determinato purtroppo un incremento di coloro che offrono tali prestazioni in modo abusivo.

Il tema – che storicamente non colpisce solo i servizi alla persona –  si è avvertito già nella scorsa  primavera ed è stato riproposto da Confartigianato Sondrio nel corso della  II^ Sezione “Sviluppo economico e attività produttive” della Conferenza Provinciale Permanente convocata giovedì 12 novembre dal Prefetto di Sondrio.

Il fenomeno del “sommerso” rappresenta una piaga diffusa in Italia e in alcune aree del territorio gli abusivi godono anche di una velata “protezione sociale” in quanto spesso sono percepiti come soggetti dotati di buona volontà e grandi lavoratori.

Con la diffusione del passaparola, anche tramite i social network, è sempre più facile imbattersi in “falsi professionisti” che si propongono a prezzi contenuti senza alcuna garanzia sul piano della salute per gli utenti e sono naturalmente invisibili per le casse dello Stato oltre che al di fuori di ogni controllo da parte delle autorità.

Confartigianato Sondrio – che rappresenta oltre 460 imprese del comparto operative in Valtellina e Valchiavenna, che danno lavoro a quasi 900 persone –  da anni si batte per contrastare il fenomeno del “lavoro abusivo”, che nel settore dei servizi alla persona (Acconciatori ed Estetisti) arriva al 26,3%, di molto superiore alla media nazionale del lavoro irregolare nelle altre attività (piccoli lavori edili, riparazione, sartoria, etc) che è pari al 15%.

La Categoria “Benessere” attiva in seno a Confartigianato Sondrio, è impegnata su diversi fronti nella difesa e nella tutela di queste importanti professioni artigiane e rinnova l’invito a non affidarsi a operatori non in regola. “L’Associazione – afferma Johnny Oregioni, Presidente provinciale del comparto –  è l’espressione della rappresentanza di parrucchieri, acconciatori, barbieri e poi estetisti, onicotecnici ed esperti della cura della persona e della bellezza da oltre 70 anni ed è da sempre aperta ad ascoltare le esigenze ed i bisogni di tutti gli associati che lavorano in totale trasparenza ed in regola”

Questo comparto è cresciuto negli anni con professionalità nuove e ricomprende acconciatori, estetisti, onicotecnici e tutte le attività legate alla cura del corpo. La Categoria per contrastare il fenomeno del sommerso ha promosso numerose campagne di comunicazione e di sensibilizzazione e da qualche tempo ha istituito un apposito indirizzo mail dedicato alle segnalazioni abusivismo@artigiani.sondrio.it

I falsi professionisti si offrono con diversi strumenti e la segnalazione agli uffici dell’associazione diventa la via più corretta sul piano legale per poter allertare le autorità competenti ed effettuare i controlli del caso.

Ci sono state decine di segnalazioni negli ultimi anni e per ognuna di queste è scattata la procedura interna di segnalazione alle amministrazioni e alle autorità competenti.

Il punto di partenza deve necessariamente essere la segnalazione puntuale e mirata da parte di chiunque venga a sapere casi di soggetti che erogano servizi alla persona in modo abusivo presso il proprio domicilio o presso quello del cliente.

A ulteriore supporto delle imprese regolari, a livello provinciale l’associazione ha chiesto a più riprese che il contrasto all’abusivismo sia messo fra le priorità degli organi di controllo. Lo ha fatto nel 2019 chiedendo al Prefetto la costituzione di un “Tavolo permanente di confronto” per valutare le azioni più opportune per affrontare i casi segnalati.

La Prefettura così come tutti gli Organi di controllo hanno dato ampia disponibilità nel contrastare un fenomeno tanto diffuso quanto difficile da sconfiggere anche laddove vi è in gioco la salute e la sicurezza come nel caso della cura della persona.

“La sensibilità dell’associazione nella tutela degli artigiani – aggiunge Oregioni – che con il loro saper fare creano ricchezza nella nostra provincia, si misura anche dalla costante attenzione che riserva alla formazione e alla crescita professionale degli operatori e dei giovani, senza creare false aspettative ma puntando sulla competenza.. Contrastare il fenomeno del sommerso significa difendere questa professionalità e difendere l’importante valore della legalità”.

Settore Benessere. La chiave del successo è rafforzare il connubio e l’alternanza scuola/lavoro.

Nei giorni scorsi è stato rinnovato l’accordo tra la Categoria “Benessere” attiva all’interno di Confartigianato Imprese Sondrio ed il PFP Valtellina volto ad offrire agli studenti dei corsi del quarto anno di “Tecnico dell’Acconciatura” e di “Tecnico dei Trattamenti Estetici” una formazione a carattere professionale in linea con le esigenze e le innovazioni nel mercato e nel mondo del lavoro.

L’accordo fa parte di una più ampia collaborazione che prosegue da diversi anni che ha come obiettivo quello di avvicinare sempre più il mondo della scuola con il mondo dell’impresa e del lavoro ; l’obiettivo di fondo è quello di formare i giovani alla professione e consentire loro di essere pronti ad affrontare il mercato del lavoro e confrontarsi con le crescenti  esigenze della clientela. 

All’incontro per il rinnovo dell’accordo erano presenti il Direttore del Polo di Formazione Professionale Evaristo Pini, la coordinatrice dei corsi Valentina Mostacchi, il Presidente di Confartigianato Imprese Sondrio, Gionni Gritti, Il Presidente della Categoria “Benessere” che ricomprende acconciatori ed estetisti, Johnny Oregioni e il Segretario della stessa Categoria dell’associazione Alberto Romagna Laini.

Le esigenze del mondo del lavoro e le tecniche sono in continua evoluzione ed è fondamentale la sinergia e la collaborazione tra chi ogni giorno opera nei saloni e nei centri e il mondo della formazione. 

I percorsi formativi del PFP Valtellina sono infatti strutturati per un insegnamento sia teorico sia pratico delle professioni artigiane secondo gli indirizzi regionali ed europei che prevedono quattro anni di formazione scolastica anziché cinque. Il valore aggiunto dei corsi è legato al fatto che, a partire dal secondo anno, gli allievi svolgono direttamente in azienda un totale di mille ore di alternanza scuola/lavoro. Superato l’esame di fine anno, gli studenti hanno acquisito competenze tali da poter entrare immediatamente nel mondo del lavoro e possono sostenere l’esame di abilitazione all’esercizio della professione (titolo obbligatoriamente richiesto per la gestione in autonomia e titolarità di una attività nel settore benessere). Per la quasi totalità degli studenti la conclusione del percorso scolastico coincide con l’assunzione.

“Grazie all’elevato numero di ore di alternanza scuola/lavoro – ha sottolineato Oregioni – previste dalle indicazioni regionali seguiti dal PFP Valtellina – di gran lunga maggiori rispetto ai percorsi scolastici statali – i ragazzi sono pronti ad entrare nei saloni e nei centri e da imprenditori questo è l’aspetto centrale e fondamentale.  Crediamo da sempre che gli artigiani, gli imprenditori e i professionisti sono coloro che possono trasferire la passione e le competenze sul campo agli studenti. Al primo anno spesso i giovani paiono demotivati o poco convinti delle proprie potenzialità poi con il tempo la motivazione e la passione crescono e al termine del percorso scoprono di essere “portati” per un mestiere artigiano”.

L’alternanza tra formazione professionale ed esperienza sul campo all’interno delle botteghe artigiane e dei saloni di bellezza è fondamentale anche sotto il profilo sociale oltre che economico di un territorio che avrà sempre maggiore bisogno di tramandare il “saper fare” coniugandolo alle nuove tendenze e alle innovazioni che solo il mondo imprenditoriale può mettere a disposizione del mondo scolastico e più in generale della formazione. 

“L’alternanza scuola-lavoro è già una realtà – ha ribadito il Presidente Gionni Gritti – in diversi paesi fra cui la Germania e la Svizzera (sistema duale) ed è anche il modello a cui si ispirano le politiche dell’Unione Europea. Da anni non a caso ci battiamo per un rafforzamento dell’apprendistato in questa direzione. Quello che spesso manca è il riconoscimento (anche concreto) all’artigiano e ai professionisti in genere di questo fondamentale ruolo formativo. Non si tratta di sostituire la formazione scolastica con quella sul campo ma di creare le migliori condizioni per dare continuità ad un patrimonio di conoscenze e di abilità che solo il mondo reale può assicurare ai nostri giovani”. 

“La collaborazione con Confartigianato Imprese Sondrio – aggiunge il Direttore del PFP Valtellina, Evaristo Pini – forte della esclusiva rappresentanza delle quasi 450 imprese del settore, di cui circa 315 acconciatori e 135 estetisti, presenti in provincia di Sondrio è un punto di forza per la formazione dei ragazzi e delle future generazioni di artigiani imprenditori del nostro territorio. La qualità del sistema di partnership tra scuola e impresa è un fiore all’occhiello del nostro istituto.”

Attenzione alla Privacy per ristoranti, acconciatori ed estetisti

Per le attività di ristorazione, acconciatori ed estetisti è necessario consentire l’accesso alla clientela solo su appuntamentova conservato l’elenco delle prenotazioni (completo di recapiti telefonici) per un periodo di tempo di almeno 14 giorni secondo le linee guida per la ripresa dell’attività produttiva contenute nell’Ordinanza Regionale n. 547 del 17 maggio 2020.

La mancata conservazione è punita con la sanzione amministrativa da euro 400,00 ad euro 3.000,00 nonché alla chiusura dell’attività da 5 a 30 giorni.

L’adempimento comporta il trattamento dei dati personali dei clienti, con il conseguente onere in capo all’azienda della relativa informativa prevista dal Decreto Privacy attraverso la sua esposizione nei locali aziendali con aggiornamento del registro dell’attività dei trattamenti.

La mancata esposizione dell’informativa è soggetta a pesanti sanzioni amministrative pecuniarie.

Acconciatori ed estetisti. La riapertura al 3 giugno.

Senza interventi mirati aumenta il rischio di chiusura. Rischio di abusivismo in aumento.

Per i saloni di acconciatura e di estetica la fase di riapertura si allontana e bisognerà attendere il 3 giugno. Le dichiarazioni del Premier ieri sera in diretta infatti hanno pure suscitato non poca ilarità dal momento che l’apertura non potrà essere il 1° giugno (lunedì) e nemmeno il 2 giugno (festivo).

Gli operatori di questo settore sono stati i primi a comprendere, fin dagli inizi di marzo, la crucialità del loro lavoro e con responsabilità hanno ottemperato agli inviti delle autorità chiudendo i saloni spesso anche prima dell’introduzione dell’obbligo.

Non stiamo parlando di un settore di nicchia o residuale o in via di estinzione. Il settore del benessere (acconciatori, barbieri, estetisti) ha un peso rilevante; in provincia di Sondrio e nel solo settore artigiano, sono almeno 450 le imprese interessate con circa 1300 addetti.

Oggi il calendario della cosiddetta fase 2 impone a tutti loro un altro mese di chiusura forzata portando così a ben 3 mesi di blocco totale.

Nei giorni scorsi a livello nazionale Confartigianato Benessere aveva avanzato al Governo una proposta seria, responsabile e completa con un “Decalogo di tutte le misure sanitarie e di sicurezza”. Una proposta disattesa.

Per questo già questa mattina Confartigianato ha dichiarato “Incomprensibile e inaccettabile la decisione del Governo di rinviare a dopo il 1° giugno la riapertura. Con senso di responsabilità – prosegue la nota diffusa da Confartigianato – abbiamo elaborato e presentato proposte dettagliate su come tornare a svolgere queste attività osservando scrupolosamente le indicazioni delle autorità sanitarie su distanziamento, dispositivi di protezione individuale, pulizia e sanificazione. Proposte che penalizzano fortemente le nostre possibilità di ricavo, ma siamo consapevoli della loro necessità.

Non abbiamo ricevuto alcuna risposta. E ora non accettiamo che le attenzioni del Governo siano rivolte ad altri settori e si limitino ad una incomprensibile dilazione per le nostre attività. Del resto, dopo il 1° giugno cosa potremo fare di più rispetto ad oggi in termini di sicurezza? Si può far stare fermi, con costi continui e ricavi azzerati per gli interi mesi di marzo, aprile, maggio?”

Ma il quadro – se possibile – è ancora più grave. Il nodo cruciale infatti è che con le nuove regole (costi della sicurezza e distanziamento) i saloni non sono in grado di avere l’equilibrio economico e finanziario.

Oggi appare più che mai indifferibile un sostegno diretto e forte alle imprese di questo settore da parte del Governo centrale e di quello Regionale. Il sostegno deve essere vigoroso con contributi a fondo perso oppure con interventi di natura fiscale netti e decisi.

Non solo ma è venuto il momento anche per mettere mano alla disciplina del “lavoro a domicilio” per le imprese regolari, non è possibile che di fatto ciò sia “consentito” solo a chi opera in maniera abusiva.

oregioni johnny
Oregioni Johnny

“Non è possibile pensare che i saloni possano farcela con due minimi crediti d’imposta (affitti e spese sanitarie) e con la miseria di due o tre indennità per i titolari – afferma il Presidente provinciale della Categoria, Johnny Oregioni – Qui c’è in gioco la sopravvivenza delle imprese; di questo passo molti operatori saranno costretti a chiudere definitivamente o a rifugiarsi nel  pericoloso vicolo del lavoro in nero.

Non dimentichiamo inoltre che in queste settimane di lockdown gli operatori in regola hanno fatto i conti anche con un dilagare del fenomeno dell’abusivismo creando ancora una volta le condizioni per una concorrenza sleale a danno della salute degli utenti.”

Senza interventi mirati e diretti la pandemia rischia di passare alla storia come il De Profundis di un settore celebrato dalla letteratura e che oggi si sente trattato ingiustamente come la “Cenerentola” dell’economia.

CONTATTI